La doppia fatturazione si verifica quando il cliente che ha cambiato venditore riceve per lo stesso periodo di consumo una bolletta dal vecchio venditore e una da quello nuovo. Il cliente deve inviare la richiesta di rettifica al venditore con cui non ha avuto alcun contratto di fornitura nel periodo di consumo oggetto della bolletta. Se il cliente invia la richiesta di rettifica al venditore sbagliato, cioè a quello che aveva titolo a fatturare, quest’ultimo è tenuto a informare il cliente dell’errore entro 30 giorni solari, cioè secondo i tempi previsti per la risposta alle richieste di informazione.
Quando si può sporgere reclamo per doppia fatturazione?
Quando si decide di cambiare il fornitore luce o gas, al termine del passaggio il consumatore potrà ricevere una fattura finale dal vecchio fornitore per il conguaglio, ossia per il pagamento dei consumi effettuati tra l’ultima bolletta e il passaggio ad altro venditore.
Tuttavia, in caso di problemi di registrazione e archiviazione del vecchio fornitore, può accadere di ricevere una doppia bolletta, una intestata alla nuova società di fornitura e una alla vecchia. Si tratta di un caso abbastanza frequente ma che può essere facilmente risolto grazie a una procedura standard, anch’essa definita dall’ARERA proprio per andare incontro alle esigenze dei consumatori che si trovano in questa situazione.
Per prima cosa, quindi, nel caso in cui si ricevono due differenti fatture, una presentata dal nuovo e l’altra dal vecchio fornitore entrambe relative allo stesso periodo di tempo, è necessario sporgere un reclamo. Prima di presentare reclamo, tuttavia, è importante controllare con attenzione il periodo dei consumi: spesso, infatti, può accadere di ricevere una bolletta dal vecchio fornitore ma relativa a consumi passati e non ancora fatturati.
Con la chiusura del contratto, tali consumi possono essere fatturati in un’unica soluzione di conguaglio oppure essere inviati in più volte, a seconda dell’organizzazione interna del fornitore. Pertanto, prima di effettuare qualsiasi tipo di reclamo è bene controllare con attenzione non tanto la data di emissione della bolletta ma il periodo al quale essa si riferisce.
Cosa fare in caso di doppia fatturazione luce
La doppia fatturazione è un semplice problema di comunicazione. Con la sottoscrizione di un nuovo contratto, è compito del nuovo gestore comunicare il recesso al precedente. In alcune circostanze può capitare che la comunicazione tardi ad arrivare e per questo motivo, mentre il nuovo fornitore registra i primi consumi fatturati dal cliente e li fattura in bolletta, il fornitore uscente (quello procedente), ignaro dello switch, fa la medesima cosa per lo stesso periodo di fatturazione.
Nell’eventualità in cui si presentasse un caso di doppia fatturazione, l’utente dovrà inviare la richiesta di rettifica al venditore con cui non ha avuto alcun contratto di fornitura nel periodo di consumo oggetto della bolletta.
La prima cosa da fare è verificare che la bolletta del vecchio fornitore non sia una bolletta di chiusura. Infatti, se la bolletta di chiusura riporta la dicitura bolletta di ultimo consumo significa che il vecchio fornitore è consapevole del passaggio a un nuovo gestore e che, quindi, nella bolletta viene semplicemente riportato il conguaglio di tutti i consumi effettuati nell’ultimo periodo. A fronte di ciò, l’utente dovrà pagare entrambe le bollette.
Al contrario, se la bolletta non riporta alcun avviso in merito al recesso del contratto, si tratta di un errore di doppia fatturazione. L’utente, attraverso un indirizzo PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno, dovrà segnalare un reclamo al vecchio fornitore. Gli estremi per inviare un reclamo sono riportati in bolletta, oppure accedendo alla propria clienti per contattare il servizio clienti.
Che cosa deve fare il venditore che riceve una richiesta scritta di rettifica di fatturazione?
Deve inviare una risposta motivata che riporti l’esito delle azioni e degli accertamenti effettuati (il cosiddetto “obbligo di risposta motivata”) e, in caso di errore, deve provvedere alla rettifica di fatturazione ed accreditare la somma precedentemente addebitata, questo anche se la fattura è corretta.
Se la somma è già stata pagata dal cliente oppure se è stata richiesta la rateizzazione, il venditore dovrà restituire la somma pagata in più dal cliente, versandola entro il tempo standard di 90 giorni.
Il venditore è tenuto a rendere disponibile un modulo per la richiesta di rettifica per importi anomali, nel proprio sito, accessibile dall’home page, e presso gli sportelli fisici, che contiene un campo per l’indicazione dell’autolettura e della relativa data.
Per questi reclami il venditore non può sospendere la fornitura se prima non ha risposto in maniera motivata. Fermo il diritto del cliente di avere la risposta motivata, il divieto di sospensione non opera se l’importo anomalo è inferiore o uguale a 50 euro o il reclamo è stato inviato dal cliente oltre i dieci giorni successivi al termine fissato per il pagamento della fattura di importo anomalo.
Entro quanto tempo deve essere eseguita la rettifica di doppia fatturazione?
Se il venditore ha effettivamente fatturato consumi relativi a un periodo in cui il cliente non era più suo cliente, deve provvedere alla rettifica di fatturazione ed eventualmente ad accreditargli le somme non dovute, già pagate, entro 20 giorni solari dalla data in cui ha ricevuto la richiesta scritta di rettifica di fatturazione.
Se l’importo da accreditare è superiore all’importo addebitato nella bolletta di fine rapporto, nello stesso termine, il credito deve essere versato al cliente con rimessa diretta.
Se il venditore effettua la rettifica dopo più di 20 giorni solari, deve accreditare sulla bolletta di chiusura del contratto un indennizzo automatico di 20 € se la rettifica arriva al cliente entro 40 giorni, di 40 € se arriva tra 40 e 60 giorni, di 60 € se arriva oltre 60 giorni. Il cliente ha diritto a ricevere l’indennizzo entro 8 mesi dalla data in cui il venditore ha ricevuto la sua richiesta.
Come vengono accreditate le somme non dovute?
Se il venditore riconosce l’errore di fatturazione, il cliente ha diritto all’accredito della somma che gli era stata addebitata per errore, anche se di misura diversa da quella richiesta.
Nel caso di una fattura già pagata o rateizzabile, il venditore deve provvedere all’accredito dopo al massimo 60 giorni solari dalla data di ricevimento della richiesta scritta di rettifica di fatturazione. Questo termine include i tempi per l’eventuale acquisizione, da parte del venditore, di dati tecnici, ossia di informazioni che il venditore deve chiedere al distributore, o 90 giorni solari se la fatturazione è quadrimestrale.
L’accredito della somma non dovuta può essere effettuato dal venditore anche in bolletta, ma se residua un credito del cliente, nei 60 o 90 giorni questo deve essergli corrisposto con rimessa diretta (assegno, bonifico, ecc).
Se l’accredito di una fattura già pagata o rateizzabile avviene dopo il tempo massimo previsto, il venditore deve liquidare al cliente nella prima bolletta utile un indennizzo automatico di 20 € se la risposta arriva entro il doppio del tempo massimo (ad esempio, 120 giorni se la fatturazione non è quadrimestrale), di 40 € se arriva oltre il doppio del tempo massimo, e di 60 € se arriva dopo il triplo del tempo massimo. Il cliente deve ricevere l’indennizzo entro 8 mesi da quando il venditore ha ricevuto la sua richiesta.