Addebito morosi in bolletta: ora lo paghiamo tutti

La delibera 50/2018 dell’ARERA, ovvero l’Autorità di Regolazione per l’Energia, le Reti e l’Ambiente, ha deciso di “spalmare” fra tutti i consumatori, che sono circa 37 milioni, almeno una parte dei costi dei clienti morosi. L’Autorità dice che la misura serve a bilanciare il sistema e dà la colpa alle sentenze del Tar che hanno annullato le regole che imponevano ai gestori di energia elettrica di prestare garanzie finanziarie in favore dei distributori anche a copertura degli oneri generali di sistema. Il risultato, però, è che tutti i consumatori onesti finiscono per pagare per delle “colpe” non loro.

Chi è in regola con le bollette elettriche deve ora coprire alcuni buchi lasciati dai morosi. È questo, in sintesi, il contenuto di una delibera, la 50/2018, emanata dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (meglio nota come Arera), che il 1° febbraio 2018 ha emanato un provvedimento che assegna ai consumatori, e non ai fornitori dell’energia, l’onere di rifondere i debiti per gli oneri generali di sistema accumulati dai morosi verso le aziende di distribuzione a partire dal 1° gennaio 2016.

Da parte sua l’Autorità ha spiegato che il provvedimento riguarda solo una particolare casistica e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge: “Attiene ai soli oneri generali già versati dai distributori ma non incassati da venditori a cui, a fronte della loro inadempienza è stato interrotto il contratto e che quindi non possono più operare sul mercato”. Secondo gli esperti, l’Autorità dovrebbe invece porre nuove regole per evitare l’arrivo sul mercato di venditori inaffidabili.

Gli oneri di sistema (messa in sicurezza del nucleare, contributi per le tariffe elettriche alle ferrovie ma soprattutto per le energie rinnovabili, etc.) devono sempre essere pagati dai distributori di energia elettrica all’Autorità che li ha decisi, anche sulle bollette non pagate. Per ora, l’Autorità ha deciso di accollare a tutti i consumatori solo una parte degli oneri non pagati, pari a 200 milioni. E quindi su bollette elettriche già cariche di oneri si aggiunge un nuovo prelievo a carico di chi paga regolarmente.

La misura è stata ovviamente molto gradita dall’associazione dei fornitori di energia elettrica, mentre ha sollevato le proteste delle associazioni dei consumatori, secondo le quali andrebbe verificato se la misura rientri tra i poteri dell’Authority. In effetti, le compagnie hanno tutti gli strumenti per ottenere il pagamento dei morosi, fino al distacco della fornitura. La delibera rappresenta dunque un incentivo per non perseguire i furbetti, oltre a costituire un pericolosissimo precedente.

Da parte sua l’Autorità ha spiegato che il provvedimento riguarda solo una particolare casistica e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge: “Attiene ai soli oneri generali già versati dai distributori ma non incassati da venditori a cui, a fronte della loro inadempienza è stato interrotto il contratto e che quindi non possono più operare sul mercato”. Secondo gli esperti, l’Autorità dovrebbe invece porre nuove regole per evitare l’arrivo sul mercato di venditori inaffidabili.

In altre parole, la delibera rovescia completamente le regole precedenti: prima, infatti, erano le aziende a mettere una sorta di “toppa” all’evasione. Ora tocca invece ai clienti finali. Tuttavia nelle bollette non troveremo l’intero conto in sospeso di questi morosi, ma una parte specifica (come spiega l’Arera in burocratese in una nota): solo gli oneri generali di sistema e solo quelli delle aziende che non possono più distribuire l’energia perché non hanno coperto il buco lasciato dai clienti “furbetti”.

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha fornito una stima di quanto potrebbe riversarsi effettivamente sulle bollette degli utenti in regola: parliamo di una cifra di circa 2 euro in un anno. Tutto è partito dopo l’emanazione della già citata delibera Arera del 1° febbraio 2018, un testo che riguarda le relazioni tra fornitori (le società venditrici con cui abbiamo un contratto) e distributori (i responsabili del trasporto dell’energia), e il GSE per i pagamenti degli oneri di sistema.

Cosa sono gli oneri generali di sistema? Sono sostanzialmente delle tasse infilate nelle bollette energetiche (luce e gas) e che ne aumentano considerevolmente il conto finale. Servono ad alimentare gli incentivi alle fonti rinnovabili, i costi per il decommissioning delle centrali nucleari italiane, il prezzo agevolato dell’elettricità per i treni o per le aziende energivore, etc. Come riconoscere questi costi aggiuntivi? Basta consultare nelle bollette le voci indicate come A2-A5, As, Ae, Uc4, Uc7 e Mct.

Più in generale, le bollette dell’elettricità sono costituite fondamentalmente da quattro macro voci: (1) l’energia consumata; (2) i costi per la gestione della rete elettrica (distribuzione, contatori, etc.); (3) l’IVA e le altre imposte; (4) gli oneri generali di sistema. Di queste quattro macro voci, l’unica che rimane effettivamente nelle casse delle società di vendita (ovvero di chi ci manda a casa regolarmente le bollette) è la prima, relativa all’energia realmente consumata dal cliente e fornita dal venditore.

Quella degli oneri generali di sistema è dunque una voce presente in tutte le bollette elettriche ed è composta da una serie di “gabelle” introdotte nel corso degli anni da leggi e da decreti ministeriali. Di tutte le varie componenti degli oneri di sistema, però, quella che incide di più è la A3, cioè gli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate. Sono diverse le piccole aziende elettriche finite a gambe all’aria per colpa di clienti morosi. Ed è proprio sulla base di queste vicende che si è mossa l’Autorità.

Quando un cliente non paga la bolletta elettrica non genera solo un buco nelle finanze del suo fornitore, ma provoca un danno anche al distributore che ha già anticipato di tasca sua gli oneri di sistema al GSE, oneri che spettano, però, al cliente finale. Il meccanismo si applica unicamente al mancato incasso degli oneri generali, lasciando al rischio d’impresa la gestione del mancato incasso, quindi della morosità, relativo all’energia consumata, alle tariffe di rete e alle altre voci della fattura (Iva e imposte incluse).

Arera ha stimato che in Italia, tra il 2012 e il 2016, il numero di morosi tra le utenze domestiche è aumentato, complice la crisi economica che ha investito imprese e privati. Nel 2016 tale numero era il 16,2% dei punti di prelievo (in gergo tecnico, il codice che identifica le utenze) e le compagnie elettriche hanno registrato ritardi nei pagamenti per 6 miliardi di euro. Il 69,9% di questi supera i sei mesi. Questa somma corrisponde all’intero debito dei morosi e non solo agli oneri di sistema.

In realtà l’Autorità (Arera) non aveva scelta. Infatti, il Consiglio di Stato (con la sentenza 2186/2016) ha annullato la delibera di Arera che imponeva ai venditori, e non ai clienti finali, la copertura degli oneri non pagati dai morosi. Il Tar della Lombardia ha poi ribadito questo principio in altre quattro sentenze, rifacendosi proprio a quanto stabilito Consiglio di Stato. La recente delibera di Arera, quindi, non fa altro che adeguarsi a una giurisprudenza ormai consolidata in materia.

Anche se la delibera dell’Autorità è una decisione frutto di una serie di sentenze della giustizia amministrativa, resta un vero e proprio sopruso che va ad aggiungersi a tutti quegli oneri impropri che già gravano sulle spalle dei consumatori. Per questo motivo, l’Unione Nazionale Consumatori ha lanciato la campagna #bollettagiusta per chiedere al Governo di impegnarsi per far pagare equamente l’energia che consumiamo. Puoi dunque aderire anche tu alla campagna #bollettagiusta.

Puoi trovare maggiori informazioni sull’argomento e, soprattutto, abbattere notevolmente la tua bolletta energetica con la guida pratica alla scelta del fornitore luce e gas sul mercato libero, che puoi trovare qui. Non capisco, infatti, perché in Italia si debba continuare a pagare l’energia più che in tutta l’Europa!

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