Vi possono essere vari motivi che spingono a cercare un aumento (o una riduzione) di potenza del contatore Enel o, più in generale, elettrico, passando ad esempio da 3 kW a potenze fino a 6 kW o più, o viceversa: voler avere la libertà di accendere più elettrodomestici senza il timore che scatti il contatore; avere riduzioni contrattuali in quanto non si utilizza tutta la potenza contrattualmente impegnata, etc. Dal 2017, l’Autorità per l’Energia (Arera) ha introdotto nuove agevolazioni, volte ad aiutare le famiglie che vogliano variare la potenza del contatore elettrico della propria abitazione di residenza e non.
Con la recente riforma delle tariffe elettriche, sono state introdotte delle novità interessanti per migliorare i consumi e la gestione del proprio portafoglio energetico. I consumatori possono continuare a scegliere quale tipo di contatore installare presso il proprio domicilio, scegliendo la potenza massima di carico in base alle loro esigenze. In particolare, per andare incontro alle utenze con consumi ridotti, l’aumento di potenza non sarà più obbligatoriamente a scaglioni da 1,5 kW ma di 0,5 kW.
Inoltre, grazie alla riforma in questione è anche più semplice scegliere qual è la potenza effettiva più adatta per la propria abitazione, in quanto il fornitore di energia ora indica sulla bolletta qual è il dato effettivo di prelievo di potenza della tua utenza. Il cambio di potenza del contatore ha poi un costo “ridotto” rispetto al passato, soprattutto perché questo cambiamento con i contatori elettronici telegestiti viene effettuato, appunto, in modalità di “telegestione”, cioè senza un intervento fisico sul contatore.
Nello specifico, se prima dell’entrata a regime della riforma, le utenze domestiche (residenziali e non) potevano scegliere di installare un contatore da 3 kW, da 4,5 kW o da 6 kW – ovvero gli scatti di potenza erano troppo ampi: di circa 1,5 kW, troppi per una famiglia media – con le novità introdotte sono libere di adottare anche contatori da 3,5 kW o da 4 kWh e pure tutta la procedura di aumento del carico massimo di potenza è stata semplificata ma, soprattutto, resa più economica e meno gravosa.
In pratica, ora gli scatti sono di 0,5 kW fino a 6 kW di potenza e di 1 kW oltre i 6 kW. Ricordiamo che l’aumento di 1 kW di potenza costa circa 23/24 euro l’anno in bolletta per ogni kW. I vari venditori facilitano ora i consumatori indicando in bolletta il consumo medio che ogni famiglia/ intestatario registra ogni anno, semestralmente o annualmente, oltre alla potenza massima impegnata. Chi ha una seconda casa poco utilizzata o pochi elettrodomestici può essere interessato a una riduzione di potenza.
I consumatori che potrebbero trarre vantaggio dall’aumento di potenza, invece, sono coloro che, ad esempio, vogliono utilizzare tecnologie ad alta efficienza energetica (ad es. per la climatizzazione o per la ricarica di veicoli elettrici) in modo da risparmiare sul consumo. Bisogna comunque ricordare che, nel calcolo dei kW realmente disponibili, c’è una tolleranza del 10% sul consumo, quindi i 3 kW di un contratto da 3 kW di potenza impegnata telegestita corrisponderanno in realtà a 3,3 kW.
Se dunque prevedi di aumentare i tuoi consumi elettrici, oppure il tuo impianto elettrico va spesso in sovraccarico, è probabile che tu debba avere necessità di richiedere un aumento di potenza del contatore Enel. Grazie a questa procedura, potrai evitare che tutti gli elettrodomestici e dispositivi elettrici si spengano bruscamente a causa dell’improvvisa assenza di energia elettrica. Ma quanto costa, in pratica, richiedere un aumento di potenza del contatore Enel e come fare a richiederlo?
Fino al 31 marzo 2017 un aumento di potenza costava 26 € di contributo fisso al distributore + 23 € di contributo amministrativo al venditore + 76 € per ogni kW. Dal 1° aprile 2017 fino al 31 marzo 2019 il costo totale è 23 € di contributo amministrativo + 55 € per ogni kW. Ai suddetti prezzi bisogna aggiungere l’Iva al 10%. Per le riduzioni di potenza, l’unico costo applicato è il costo di 23 euro al venditore, mentre per i clienti del mercato libero questo dipende dalle tariffe applicate dal venditore.
In pratica, la riforma delle tariffe elettriche ha portato una riduzione delle spese, con l’abolizione dei costi amministrativi dovuti al distributore e uno sconto del 20% sul contributo previsto per ogni “scatto” di kW di potenza aggiuntiva (lo sconto è una sorta di diritto di recesso che il cliente ha se decide di restituire i kW in eccedenza entro 2 anni dal ripotenziamento). Tali agevolazioni, valide nel periodo dall’1/4/17 al 31/3/19, riguardano sia gli utenti del libero mercato sia quelli del servizio di maggior tutela.
Ciò significa che, se ad esempio, vuoi passare da 3 kW a 4 kW, in passato dovevi spendere circa 120 € o più per l’operazione, mentre oggi l’aumento può essere richiesto a scaglioni fissi da 0,5 kW, e la spesa per l’operazione è più bassa, anche grazie alla personalizzazione della richiesta. In pratica, se passo da 3 kW a 4,5 kW o da 4,5 kW a 6 kW, pago un costo una tantum di circa 128 € Iva compresa e circa 35 € in più ogni anno, indipendentemente dal consumo di energia elettrica in kWh.
Analogamente, se passo da 3 kW a 6 kW di potenza, la spesa iniziale per l’aumento di potenza passa a circa 225 €, mentre l’incidenza annua in bolletta è di circa 71 €. Anche in questo caso pagherò il kWh sempre allo stesso prezzo. Il motivo per cui si paga di più ogni anno è che cambia l’importo della “quota potenza annua” (€/kW/anno) in funzione della potenza contrattuale impegnata. Nella tabella seguente si vede la sua incidenza sulla bolletta elettrica (costo Iva compresa per un anno di fornitura).
Sul mercato libero, il prezzo del contributo amministrativo per il cambio di potenza del contatore lo decide l’azienda in base ai propri standard. Risulta quindi impossibile quindi dare prezzi definiti, sebbene questi non si discostino mai di molto rispetto a quelli appena illustrati per il regime a maggior tutela. Per conoscere le tariffe aggiornate, puoi contattare direttamente il tuo fornitore di energia elettrica, che potrà chiedere un prezzo per la gestione della pratica. Meglio dunque chiedere un preventivo!
Per richiedere il potenziamento (o la riduzione) della potenza del contatore elettrico, puoi fare riferimento ai recapiti telefonici del tuo fornitore di energia per poter parlare con un operatore pronto ad accogliere tale richiesta. Ricorda di scegliere con attenzione l’aumento di potenza della tua utenza, preferendo una variazione in aumento di almeno 1 kW per volta (e in diminuzione di 0,5 kW per volta), in modo da evitare le spese inutili per eventuali passaggi intermedi di potenza che non siano risolutivi.
Si noti che, per modificare la potenza del contatore, occorre di fatto cambiare il proprio contratto. Per tale motivo, contestualmente alla vostra richiesta, avrete bisogno del vostro codice cliente, del numero di POD (che identifica il punto di consegna dell’energia) e dei vostri dati anagrafici. Dopo aver fatto una richiesta ufficiale al vostro fornitore, sarà compito di quest’ultimo comunicare la vostra richiesta di variazione di potenza del contatore al distributore locale, a cui il vostro contatore appartiene.
Una volta fatta la richiesta al proprio fornitore, questi la trasmetterà al distributore locale entro 2 giorni lavorativi. A questo punto, la variazione della potenza del contatore dovrà avvenire entro 5 giorni lavorativi dalla data di ricezione della richiesta. Se l’aumento di potenza del contatore avviene oltre il tempo previsto per cause imputabili al distributore, il cliente ha diritto a ricevere un indennizzo di 35 € se è passato il doppio del tempo previsto, di 70€ per il triplo e di 105 € oltre il triplo del previsto.
Infine, se vuoi risparmiare sulle tue bollette di luce e di gas con una scelta “intelligente” e informata dei rispettivi fornitori, ti suggerisco la guida più completa e aggiornata sull’argomento (accompagnata da un comparatore di prezzi), che puoi trovare qui. Perché continuare a pagare l’energia, infatti, ben più della media?