Tutti i mesi o bimestri ci arriva la bolletta elettrica, ma di solito ci si limita a vedere il costo finale, tutt’al più lo si confronta con quello della fattura precedente, giusto per capire se questa volta è stato speso di più o di meno. Solo se c’è una differenza sostanziale (al rialzo) magari si dà un’occhiata ai consumi, ma spesso si lascia perdere perché ci sono delle voci che risultano incomprensibili. Come si può controllare la bolletta elettrica per sapere nel dettaglio quello che si sta pagando? Solo conoscendola a fondo, infatti, sarà possibile risparmiare il mese successive o scoprire eventuali errori.
Verifica che la lettura sia effettiva
Quanto ricevuto in bolletta elettrica, infatti, potrebbe essere frutto di un consumo stimato e non effettivo. Leggendo la sezione della bolletta relativa a letture e consumi (di solito in seconda pagina), potrai verificare se si tratta di letture effettive. Se l’importo non ti convince, potrai sempre effettuare un reclamo presso il tuo fornitore: contatta il fornitore via telefono, chat, oppure con app, per sapere come fare. Se la bolletta presenta consumi superiori a quelli indicati nel contatore, puoi contestare la bolletta ricevuta.
Controlla che il profilo sia applicato correttamente
Può capitare, infatti, che il profilo scelto in fase di stipula del contratto non venga applicato correttamente. È il caso di condizioni per non residenti applicate anche a residenti, oppure quelle non per uso domestico ma per altri usi. Invia un reclamo al fornitore e chiedi che venga applicato il tuo profilo.
Controlla che le condizioni contrattuali siano giuste
Verifica che le condizioni contrattuali applicate siano quelle corrette. Se hai richiesto una tariffa bioraria, per esempio, controlla che nella fattura siano riportati prezzi differenti per le tre fasce orarie f1 – f2 – f3. Se la fattura non riporta i prezzi unitari (alcuni fornitori non li riportano per semplificare la bolletta), potrai trovare le informazioni nella tua area personale, sul sito del provider, dov’è disponibile la fattura di dettaglio.
La verifica delle fatture di trasporto
La soluzione più efficace per attuare strategie di controllo consumi elettrici è la seguente: chiedere al proprio fornitore di energia una copia delle fatture di trasporto.
Le fatture di trasporto sono le fatture che il fornitore riceve dal distributore locale ovvero dall’azienda deputata ad eseguire le letture del contatore. Sulla base delle letture del distributore il fornitore dovrebbe poi fatturare al Cliente finale i medesimi consumi. Se il fornitore dà evidenza delle fatture di trasporto e i consumi corrispondono il Cliente può stare tranquillo che il consumo che gli è stato fatturato è corretto.
Cosa fare se i fornitori non sono in grado di fornire le fatture di trasporto?
Proviamo a descrivervi a questo punto una strategia più articolata per il controllo consumi elettrici.
È possibile infatti registrarsi sul portale del distributore e-distribuzione e richiedere un’abilitazione ai servizi di misura. In tal modo sarà possibile scaricare gli ultimi 12 mesi dei propri consumi (sia per clienti in bassa tensione che clienti con consumi orari) ed avere direttamente il dato rilevato dal distributore.
Verifiche da parte di specialisti indipendenti
Se sei un’azienda puoi far verificare la tua bolletta da soggetti terzi indipendenti. Attraverso l’inserimento di pochi dati relativi alla bolletta è possibile effettuare un controllo rapido sulla correttezza degli importi della fattura rispetto ai consumi effettivi.
Un opportuno con questi dati elabora in automatico l’imponibile di una fattura di fornitura sulla base di contratti tipici e fornisce una comparazione con il valore di imponibile della fattura reale inserita dall’utente.
Esistono anche simulatori online per contratti di fornitura elettrica domestici in regime di magggior tutela. Basta inserire pochi dati, fra cui i consumi nelle tre fasce F1, F2 e F3 per avere l’importo corretto da pagare.
Se invece notate che i valori del calcolatore differiscono in modo significativo rispetto a quelli riportati nella vostra bolletta reale, consigliamo di controllare:
- prima di tutto che il vostro contratto sia effettivamente in regime di maggior tutela e non di mercato libero (generalmente è indicato in alto nella prima pagina della bolletta);
- poi che la tariffa riportata in bolletta corrisponda effettivamente al tipo di utenza selezionata nel simulatore (Residente o Non Residente con 3 kW di potenza impegnata);
- e infine verificare l’eventuale presenza della voce “Altre partite” nella sintesi degli importi fatturati o di eventuali ricalcoli nella seconda pagina.
Come chiedere una rettifica della bolletta elettrica
Se sono errate, le somme indicate nelle bollette possono essere rettificate, una procedura che è prevista dal codice di condotta commerciale per la vendita di energia elettrica e di gas naturale. Una situazione di questo tipo si verifica quando il cliente si rende conto che l’importo da pagare potrebbe non essere esatto, quindi la prima cosa che bisogna chiedersi è quali sono le cause che possono portare a un’anomalia.
Qualora gli importi siano considerati anomali, è possibile inviare una comunicazione scritta al venditore in cui si spiegano tutti i dettagli: questa procedura è valida sia per la rettifica della fatturazione che per la rettifica degli importi troppo alti. È preferibile allegare un’autolettura per consentire al venditore di controllare i consumi e la loro correttezza.
Il venditore che riceve una richiesta scritta per la rettifica degli importi in bolletta ha l’obbligo di accertare i consumi e di inviare una risposta motivata con tutte le spiegazioni del caso. Nel caso in cui l’errore sia certo, allora si procede con la rettifica vera e propria e con l’accredito della somma in eccesso.
In questa risposta, il venditore deve elencare una serie di informazioni:
- il riferimento al reclamo
- nominativo e riferimento del venditore incaricato di fornire altri chiarimenti
- controllo degli elementi del contratto da cui dipendono le condizioni economiche della fornitura
- il calcolo che è stato fatto per l’eventuale rettifica.
Il venditore ha 40 giorni di tempo per rispondere, un tempo che si calcola a partire dal momento in cui ha ricevuto la richiesta. Se non si ottiene alcuna risposta dopo che sono trascorsi questi 40 giorni, allora ci può anche essere un procedimento dell’Autorità per l’energia elettrica e per il gas.