La disattivazione della fornitura del gas è l’operazione necessaria per cessare, attraverso la chiusura del relativo contatore, l’alimentazione materiale della fornitura di gas naturale (anche con l’apposizione di sigilli o con la rimozione del contatore). L’interruzione volontaria della fornitura del gas implica di fatto la risoluzione del contratto di energia elettrica, a differenza di quanto accade con il distacco per morosità, in cui non dobbiamo fare nuovamente il contratto quando vogliamo riallacciare la fornitura.
Perché disattivare un contratto del gas?
Spesso ci si è trovati nella necessità di dover disattivare un contratto di fornitura di luce e gas, ad esempio in occasione di un trasloco. È importante, in questi casi, sapere quali sono i passaggi da fare ed i tempi necessari alla chiusura del contatore, in modo da non incorrere in disagi.
Teniamo inoltre presente che questa può essere l’occasione per valutare l’opportunità di cambiare gestore rivolgendosi, per questo, ad un comparatore di tariffe che potrà consigliare quale fornitore e che tipo di contratto può essere migliore in base alle nostre esigenze.
La disattivazione della fornitura va richiesta quando si desidera cessare, attraverso la chiusura del relativo contatore, l’alimentazione materiale della fornitura di gas. L’alimentazione viene cessata attraverso l’intervento tecnico della società di Distribuzione locale con l’apposizione di sigilli o con la rimozione del contatore.
In concreto, la disattivazione della fornitura prevede che il contatore del gas venga chiuso: si parla, a tal proposito, di disdetta con suggello. Il modus operandi è molto semplice, nel senso che si deve sigillare il contatore così che questo non possa più essere adoperato fino a quando un nuovo contratto non viene avviato.
Come richiedere la disattivazione di un contratto di fornitura del gas
La richiesta deve essere presentata dall’intestatario della fornitura (o da suo delegato) comunicando il Codice Servizio della propria fornitura (in alto a destra in ogni bolletta) e il nuovo indirizzo per il recapito dell’ultima fattura nella quale verranno rimborsati eventuali depositi cauzionali trattenuti.
La richiesta di disattivazione deve essere inviata al fornitore con un preavviso non superiore ai 30 giorni via fax, o email o raccomandata A/R.
È fondamentale conservare la conferma di ricezione da parte del fornitore della nostra comunicazione di disdetta: infatti costituisce la prova che la disdetta è stata effettuata e conferisce data certa all’adempimento.
La richiesta verrà inoltrata alla società di Distribuzione del Comune ove è ubicato il contatore per la rimozione o sigillatura dello stesso. Il Cliente verrà contattato telefonicamente per fissare un appuntamento durante il quale, in sua presenza, il Distributore effettuerà l’intervento tecnico di piombatura o rimozione.
Il fornitore è tenuto a disattivare la fornitura entro 5 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta. Se la disattivazione non viene effettuata entro i tempi previsti, il cliente ha il diritto ad un rimborso, previsto dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.
Cosa occorre fornire per la disattivazione di un contratto del gas?
Al momento di contattare il fornitore per la disattivazione della fornitura, è importante assicurarsi di avere con se alcuni dati e documenti che ci verranno richiesti:
- Carta d’identità e codice fiscale dell’intestatario del contratto;
- Codice cliente riportato sulla bolletta;
- Codice PRD per il contatore del gas. Può essere rintracciato nei dati sulle caratteristiche della fornitura presente in bolletta e identifica la posizione fisica del contatore;
- Autolettura aggiornata del contatore;
- L’indirizzo al quale deve essere recapitata l’ultima bolletta contenente il conguaglio finale da pagare;
- La data esatta in cui deve essere disattivata la fornitura di luce o di gas.
Quanto costa la disattivazione di una fornitura del gas?
Per quanto riguarda i costi di disattivazione, per i contratti della luce, questi cambiano a seconda del tipo di contratto: se si chiede la cessazione di un contratto che opera in regime di maggior tutela, cioè un regime tariffario stabilito dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, il costo è fisso.
La disattivazione su richiesta del cliente ha un costo pari a 30 € se il contatore è fino alla classe G6, a 45 € per contatori più grandi, a favore del distributore.
Per il mercato libero, le tariffe sono riportate nelle condizioni contrattuali.
Qual è la tempistica per la disattivazione di una fornitura del gas?
La richiesta di disattivazione deve essere trasmessa dal venditore entro 2 giorni lavorativi al distributore che, a sua volta, deve provvedere alla disattivazione della fornitura entro 5 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta.
Se per responsabilità del distributore la disattivazione avviene oltre il tempo previsto, il cliente con un contatore fino alla classe G6 (di norma domestico) deve ricevere un indennizzo automatico di 35 € € se la prestazione viene eseguita entro il doppio del tempo stabilito, di 70 € se eseguita entro il triplo del tempo stabilito, di 105 € se oltre il triplo del tempo stabilito.
Qual è la differenza fra disattivazione e disdetta di una fornitura del gas?
Molto spesso si pensa che disdetta e disattivazione di una fornitura del gas siano la stessa cosa, invece no. La differenza è che la disdetta impedisce il rinnovo del contratto una volta arrivato alla sua conclusione ed è sempre gratuita se rispetta i vincoli di legge o del contratto stesso. Va comunicata entro 30 giorni dalla scadenza e se non rispettata potrebbero esserci delle penali.
La disattivazione, invece, è un atto unilaterale che serve a interrompere la fornitura con un contratto ancora in essere, quindi prima della naturale scadenza. Nei contratti è sempre presente la clausola di recesso che spiega i motivi per cui si va incontro all’interruzione del servizio e le penali collegate.