Come tornare al mercato a Maggior Tutela

Sebbene il mercato a Maggior Tutela sia stato prorogato, grazie a un emendamento del M5S, al 1° luglio 2020, tornare al mercato a Maggior Tutela può risultare in pratica difficile e costoso, benché consigliabile poiché sul Mercato Libero l’elettricità e il gas costano di più per i clienti domestici, come dimostrato da una nota analisi presentata nel 2015 dall’Autorità per l’energia (all’epoca AEEGSI, oggi ARERA). Infatti, la procedura per il ritorno al mercato vincolato con le tariffe regolate dall’Autorità non è così semplice come si potrebbe pensare, e la cosa può avere dei costi non preventivati.

Il mercato tutelato, o “a Maggior Tutela” come è chiamato in gergo, ha garantito bollette calmierate del 20-30% alle famiglie (e alle aziende) che con il passaggio al mercato libero – specie se obbligatorio – dovranno affrontare un vero e proprio salto nel buio. Ad ogni modo, la fine del mercato a Maggior Tutela, in origine fissata per il 1° luglio 2018 e poi già posticipata una volta al 1° luglio 2019 dal Decreto Legge Concorrenza, è stata prorogata al 1° luglio 2019 dal decreto Milleproroghe n. 91/2018.

Tuttavia, secondo i dati diffusi nel 2015 dalla stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEGSI, oggi ARERA) – nel settore delle utenze domestiche il mercato libero è risultato essere molto più caro: cioè costava già all’epoca, in media, il 15-20% in più di quello a maggior tutela, ovvero “protetto”. La situazione non potrà che peggiorare quando l’abolizione del mercato a Maggior Tutela farà sì che molti consumatori non abbiano alternativa ed i fornitori alzino quindi le proprie tariffe quasi di concerto.

Molti clienti domestici e piccole imprese e partite Iva hanno già fatto, speranzose, questo cambio dal mercato a Maggior Tutela al Mercato Libero, magari perché invogliati dai generosi bonus proposti dagli operatori a chi decide di fare il salto. Ma molti si sono trovati male, accorgendosi di pagare l’energia più cara finanche del 20% o più, per questo hanno fatto richiesta di ritorno al mercato a Maggior Tutela: si tratta dunque, in questo caso, di veri e propri clienti “pentiti” ma svegli.

Per quanto riguarda i clienti elettrici domestici, il fenomeno dei rientri nel servizio di Maggior Tutela, da parte di clienti finali che in precedenza si approvvigionavano sul Mercato Libero, presenta dimensioni non trascurabili: ad esempio, per ogni 7 clienti domestici che hanno lasciato il servizio di Maggior Tutela nel 2013, uno vi è rientrato. Anche per quanto riguarda il mercato del gas le cose non sono andate meglio, con i clienti domestici insoddisfatti per il fatto di pagare il gas di più che nel mercato tutelato.

Data la sua portata, questo fenomeno non è affatto trascurabile, in quanto potrebbe essere il sintomo di una scarsa capacità, mediamente, del cliente domestico di valutare il valore intrinseco delle diverse offerte. Inoltre, quasi il 60% dei clienti che rinunciano al servizio di Maggior Tutela in favore della fornitura sul mercato libero, sceglie di approvvigionarsi dal venditore che in precedenza forniva il servizio di Maggior Tutela (o da un venditore appartenente al medesimo gruppo).

Passaggi di fornitore dei clienti domestici italiani per quanto riguarda l’elettricità.

Qualcuno, soprattutto ora che è arrivata la proroga al 2020 del passaggio obbligatorio al mercato libero per i consumatori di luce e gas, sta provando a tornare indietro al mercato tutelato. Il rientro nel regime di Maggior Tutela non è, però, così semplice. Spesso ci sono tempi scoraggianti di attesa che superano i due mesi. In più, per alcuni clienti, c’è la sorpresa di salati extra-costi da pagare. Cambiare idea e tornare indietro al regime di protezione previsto dallo Stato può costare anche 50 euro.

Infatti, occorre pagare un bollo di 16 euro, più altri 35 euro di deposito cauzionale. Vuol dire che la prima bolletta arriverà con un sovraccarico di 50 euro. I tempi poi – insistono gli operatori che fanno di tutto per scoraggiare i clienti a tale passaggio  sono lunghi. Inoltre, molti clienti si recano ai negozi di Enel Energia, operante sul mercato libero – dunque in palese conflitto di interesse – per chiedere il ritorno al regime di Maggior Tutela. Noi lo abbiamo fatto, e dopo un anno il passaggio non era stato fatto!

Ad ogni modo, tornare nel regime di Maggior Tutela, o alla “vecchia Enel” come ancora la chiamano in molti, è possibile. Per prima cosa, dovrai scoprire chi è il distributore locale nella tua zona, in pratica nel tuo Comune, cosa che puoi fare aiutandoti con Internet e un motore di ricerca. Infatti, Enel non è l’unico: ne esistono anche altri. Al fornitore associato dovrai inviare, con raccomandata A/R, la richiesta di ritorno al regime in Maggior Tutela, abbinata alla richiesta di recesso dal vecchio fornitore.

In pratica, se il distributore della tua zona è e-distribuzione (in pratica, Enel Distribuzione), dovrai inviare la tua richiesta al Servizio Elettrico Nazionale, che è il fornitore di Maggior Tutela del gruppo Enel. Analogamente, se il distributore è areti, dovrai rivolgerti ad Acea Energia; se è Unareti, ad A2A; se è Ireti, ad Iren; se è Inrete, a Heracomm. Sul web troverai i recapiti ai quali spedire la raccomandata in questione comunque, dato che difficilmente troverai uffici commerciali di cui fidarti al 100%.

A differenza della luce, il servizio di Maggior Tutela del gas non è affidato ad un unico fornitore per ogni singolo Comune, ma lo possono teoricamente proporre tutte le società di vendita su tutto il territorio nazionale. Ovviamente – così come avviene per la luce – la vendita di gas non è gestita dai distributori, perciò non è possibile richiedere l’attivazione della propria fornitura direttamente al distributore, ma al fornitori scelto, specificando bene che si richiede l’applicazione della Maggior Tutela.

Per presentare la richiesta di ritorno al regime in Maggior Tutela, puoi dunque recarti allo sportello commerciale del fornitore (cosa che sconsigliamo) oppure, nella maggior parte dei casi, inviare una richiesta scritta tramite raccomandata A/R. Sappi che, come accennato in precedenza, per l’attivazione del contratto alle condizioni di Maggior Tutela dovrai pagare un’imposta di bollo di 16 € e versare il deposito cauzionale, solitamente non richiesto dai fornitori del mercato libero.

La richiesta in questione dovrà essere accompagnata dalla richiesta di recesso dal vecchio fornitore e deve contenere i seguenti dati: Nome e cognome o ragione sociale dell’intestatario; (2) Codice fiscale e/o partita IVA; (3) Copia del documento d’identità; (4) Indirizzo completo dell’abitazione relativa alla fornitura; (5) Codice POD (luce) o PDR (gas), reperibili dalla bolletta. Se ti rechi nell’ufficio commerciale e non ti chiedono imposta di bollo e deposito cauzionale, la cosa dovrebbe o potrebbe “puzzarti”.

Infatti, è possibile che ti sia richiesto nuovamente il deposito cauzionale previsto dal fornitore del mercato tutelato. Il deposito deve essere inferiore a 11,5 €/kW di potenza impegnata, quindi per un’utenza con 3 kW, il deposito sarà al massimo pari a 34,5 €.Ma molti fornitori non prevedono il pagamento del deposito cauzionale se decidi di pagare le bollette con la domiciliazione bancaria o con la carta di credito. Eccetto i 16 € per l’imposta di bollo, non avrai altri costi per la sottoscrizione del nuovo contratto.

Puoi recedere da un contratto luce o gas sul Mercato Libero in qualunque momento, con un preavviso che dipende dalla tipologia di utente: 1 mese per il cliente domestico; 3 mesi per il cliente non domestico alimentato in bassa tensione (BT); 6 mesi per il cliente non domestico non alimentato in bassa tensione (BT). Il periodo di tempo in questione si calcola a partire dal primo giorno del mese successivo a quello del ricevimento della tua comunicazione di recesso da parte del fornitore.

Puoi trovare maggiori informazioni sull’argomento e, soprattutto, abbattere notevolmente la tua bolletta energetica con la guida pratica alla scelta del fornitore luce e gas sul mercato libero, che puoi trovare qui. Non capisco, infatti, perché in Italia si debba continuare a pagare l’energia più che in tutta l’Europa!



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