La spesa per il gas naturale è in pratica il costo totale in euro, che varia in funzione del consumo di gas metano effettuato in quel periodo e fatturato in quella bolletta (espresso in Smc). Da questa spesa, perciò, non si evince direttamente il prezzo unitario che stiamo pagando per il gas. Quest’ultimo a volte viene segnalato nella bolletta come “costo medio unitario della spesa per la materia gas”, espresso in €/Smc. Nota che vicino a questo valore si trova anche il costo medio unitario della bolletta, che, a differenza del costo medio per la materia gas, include quindi le tasse e gli altri oneri.
Le voci da pagare in una bolletta del gas
In bolletta del gas vi sono quattro voci complessive da pagare:
- la spesa per il gas naturale, che include appunto il prezzo per la materia prima, calcolata in smc;
- la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, che è calcolata (a partire da un prezzo fisso standard uguale per tutte le società di fornitura, stabilito a intervalli regolari da ARERA, l’Autorità di regolazione energia reti e ambiente) sulla base dei costi per il trasporto del gas e la sua distribuzione fino agli impianti delle abitazioni;
- la spesa per gli oneri di sistema, che copre una serie di spese aggiuntive, tra cui quelle per incentivare l’investimento sulle misure di risparmio energetico. Anche questo importo è stabilito dall’Autorità;
- le imposte sul gas, inclusa l’IVA e le accise regionali.
Cos’è la Spesa per la Materia Prima Gas?
Nella bolletta del gas troverai diverse voci che incidono sulla composizione finale della fattura. Oltre gli oneri di sistema, la spesa e il trasporto del contatore, le imposte e le cosiddette “altre partite” (presente solo in alcune fatture e riferite ai contributi di allacciamento oppure al deposito cauzionale da restituire o da addebitare), è presente anche la spesa per la materia prima gas.
Tale voce racchiude diverse componenti che sono:
- Il costo relativo all’acquisto della materia prima gas
- La commercializzazione e la vendita al dettaglio del fornitore (divisa in quota fissa e variabile)
- Oneri aggiuntivi di carattere generale in quota energia.
Nello specifico si tratta, rispettivamente, dell’acquisto vero e proprio del gas all’ingrosso, delle spese che il fornitore deve sostenere, per assicurare un servizio clienti e una gestione commerciale, e per gli oneri generali come la rigassificazione, il contenimento dei consumi e lo sviluppo stoccaggi.
Il prezzo della materia prima gas viene deciso da ogni singolo fornitore per quanto riguarda il mercato libero. Per il mercato di Maggior Tutela sarà l’ARERA a decidere quale prezzo applicare a tale voce senza possibilità di scelta o confronto da parte del cliente.
Dunque se hai un contratto attivo con un gestore del mercato libero (Enel, Acea, A2A, Edison, Eni) il prezzo della materia prima gas varia in base all’offerta sottoscritta. Ciò vuol dire che puoi confrontare le offerte sul mercato e scegliere la più adatta alle tue esigenze.
Come calcolare il costo del gas a metro cubo
Per calcolare il costo del gas al metro cubo, come del resto per l’energia elettrica, occorre innanzitutto conoscere le singole voci di spesa che compongono la bolletta. Conoscendo il prezzo del gas al metro cubo, è possibile confrontare le offerte e le tariffe dei diversi operatori, così da ottenere un risparmio in bolletta.
Di conseguenza, la bolletta del gas si paga in base al volume di gas erogato, calcolato in standard metri cubi. Quindi, per calcolare il prezzo in euro del gas al metro cubo, occorre innanzitutto sottrarre dal conto totale della bolletta le altre spese, considerando solo la spesa per il gas naturale. Tale cifra è anche riportata singolarmente, nella prima o nella seconda pagina della bolletta, nella sezione di dettaglio dedicata alla spesa.
Questo importo va poi diviso per il totale dei metri cubi di gas consumati. Anche questo valore è riportato in bolletta, nella sezione dedicata ai consumi, posta in genere vicino ai contatti degli operatori (telefono, email, ecc.).
Se invece si vuol calcolare il consumo in smc a partire dai metri cubi non standard consumati, si può partire dal consumo indicato dal contatore. È sufficiente effettuare una lettura del contatore, che indica appunto il consumo in metri cubi: tale valore va poi moltiplicato per il coefficiente di conversione, che è diverso da zona a zona e si trova facilmente sulle fatture oppure su alcuni siti web in rete in riferimento al proprio Comune.
In questo modo, si otterrà il consumo in smc, che si potrà poi moltiplicare per il prezzo della materia prima stabilito dalla propria offerta, e confrontare con quello della bolletta, per verificare la correttezza dei dati e del costo.
Che differenza c’è fra metri cubi (mc) e metri cubi standad (smc)?
Precisiamo che cosa si intende per “metro cubo” quando si parla di gas. Il gas viene fatturato in standard metri cubi (o smc), che si differenziano dai normali metri cubi. Infatti, quando il gas viene distribuito nelle case dei clienti, il suo volume varia a seconda di diversi parametri ambientali, che ne modificano la pressione e la temperatura, che variano in base alla zona. Pertanto, per uniformare le quantità in tutta Italia, i metri cubi di gas in fatturazione sono convertiti in metri cubi standard.
Per Smc si intende l’unità per la misurazione del gas usato a scopi energetici, ed è quindi la stessa unità di misura che vediamo anche nelle nostre bollette. Sta per standard metro cubo, cioè un’unità di misura differente dal metro cubo (mc). Questo perché il volume di una quantità di gas varia a seconda della pressione atmosferica e della temperatura a cui è sottoposto. La stessa quantità di gas, e quindi di energia, occupa un volume differente, ad esempio, tra Cagliari e Aosta.
È stato quindi deciso di adottare una convenzione per misurare il volume del gas a delle condizioni atmosferiche di riferimento uniche per tutti, che sono: temperatura: 15 °C; pressione: 1.013,25 millibar.
Dato che il contatore di casa misura il gas alle condizioni atmosferiche locali, per ottenere il valore del consumo in metri cubi standard è necessario moltiplicare quanto riportato dal contatore per un coefficiente di conversione (C), che è stato definito per ogni località e stabilito dall’Autorità.