Fasce orarie F1 F2 F3 e peak off-peak: differenza

Il sistema elettrico italiano è basato su una struttura di prezzo multioraria, che suddivide le 8.760 ore dell’anno in fasce orarie in funzione della richiesta di energia elettrica. Ad essa corrispondono valori di prezzo unitario dell’energia elettrica fortemente differenziati in base all’entità della domanda. Esistono due strutture a fasce orarie molto diffuse: quella a 3 fasce (F1, F2 e F3) o quella Peak – Off peak. Ma è meglio la prima o la seconda per chi deve scegliere fornitore e contratto? Ovviamente quale sia la migliore non è definibile a priori: dipende dai prezzi e dal profilo di prelievo dell’utenza.

L’energia elettrica ha un prezzo diverso a seconda del momento in cui la si utilizza: in generale, è più cara durante il giorno, quando c’è più richiesta, mentre costa meno la sera, la notte e durante i giorni festivi. Per tale ragione, i moderni contatori elettronici rilevano i consumi elettrici distinguendoli in fasce, in modo da permettere la loro fatturazione con costi opportunamente diversi se si è scelto un contratto di fornitura con tariffe biorarie al posto del tradizionale contratto con tariffa monorario.

Le fasce senza dubbio più famose sono quelle F1 (ore di punta), F2 (ore intermedie) e F3 (ore fuori punta), presenti in molte bollette. La fascia F1 (ore di punta, o peak) è quella lun-ven dalle 8.00 alle 19.00, escluse festività nazionali; la fascia F2 (ore intermedie) è quella lun-ven dalle 7.00 alle 8.00 e dalle 19.00 alle 23.00, sabato dalle 7.00 alle 23.00, escluse festività nazionali; infine, la fascia F3 (ore fuori punta, o off-peak) è quella lun-sab dalle 23.00 alle 7.00 e la domenica e i festivi tutta la giornata.

L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) ha introdotto queste struttura in tre fasce orarie – che oggi troviamo nelle bollette di molti fornitori – con decorrenza 1 gennaio 2007, attraverso la delibera 181/06. Questa suddivisione in tre fasce è motivata da una attenta osservazione dell’andamento dei prezzi della Borsa elettrica (istituita in Italia a partire dal 1° aprile 2014), che hanno un andamento molto differenziato tra il giorno e la notte, e tra giorni feriali, festivi e semifestivi.

L’opzione monoraria, pertanto, viene applicata quando il contatore del cliente non è in grado di leggere i consumi per fascia oppure su esplicita scelta del cliente. In questo secondo caso, venendo meno la distinzione per fasce, il prezzo dell’energia resta naturalmente invariato per tutte le ore del giorno e tutti i giorni della settimana. L’opzione bioraria prevede invece la fatturazione dei consumi distinta in due sole fasce, ad es. F1 e F23. La fascia F23 comprende tutte le ore incluse nelle fasce F2 e F3.

Più in generale, comunque, il contratto di fornitura può essere di tre tipi: Monorario: il prezzo dell’energia elettrica rimane lo stesso in tutte le ore del giorno; Biorario: il prezzo dell’energia elettrica varia sulla base di due fasce orarie, sia quelle usate dall’Autorità per il mercato tutelato (F1 e F2+F3) sia distinte tra fasce “sole e luna” (F1+F2 e F3); Multiorario: il prezzo dell’energia elettrica varia per ognuna delle tre fasce orarie (F1, F2 e F3), un tipo di offerta che si può trovare sul mercato libero.

Due fasce alternative sono “peak” e “off-peak”. La distinzione fra ore peak e off-peak è spesso usata sulle bollette elettriche al posto della classica divisione in fasce F1, F2, F3. Le ore di Fuori Picco, o “off peak”, invece, sono, nei giorni dal lunedì al venerdì, quelle comprese tra le 00.00 e le 08.00 e tra le 20.00 e le 24.00 e, nei giorni di sabato e domenica e festivi, tutte le ore. Le ore di picco, o “peak”, sono invece le ore dell’anno comprese tra le 08.00 e le 20.00 di tutti i giorni dal lunedì al venerdì.

La struttura a due fasce Peak/Off Peak è stata introdotta da Enel Energia nel 2004 e si è sempre più affermata negli ultimi anni a livello commerciale, diventando quasi uno standard di mercato: non essendoci molta differenza di prezzo dalla mattina alla sera dei giorni feriali, molti operatori sul mercato libero preferiscono optare per le offerte di prezzo distinte in “picco” e “fuori picco”, ma non c’è una regola generica che definisce quando termina il periodo di “picco” e quello di “fuori-picco”.

Il fatto che alcuni fornitori di energia elettrica usino le fasce F1, F2 e F3 stabilite a suo tempo dall’Autorità per Energia Elettrica e il Gas (AEEG, oggi Arera) sulle proprie bollette mentre altri usino le fasce peak e off-peak ingenera spesso forte confusione negli utenti che cercano di confrontare bollette di fornitori diversi. Infatti, la trasformazione dei dati di consumo nelle fasce F1-F2-F3 e Peak-Off peak richiede un algoritmo ad hoc, certamente non alla portata di un normale utente o consumatore.

Il cosiddetto “profilo di prelievo” di una utenza elettrica è definito dalle percentuali di consumo annuo in ciascuna fascia oraria. È importante costruire sempre il profilo sia con 2 che con 3 fasce, in modo da poter indistintamente confrontare offerte strutturate su entrambe le tipologie. Un’ipotetica utenza che prelevi sempre lo stesso quantitativo (costante istante per istante) di energia per tutte le ore dell’anno avrebbe il profilo: 3 FASCE: F1 = 31,8% ; F2 = 23,4% ; F3 = 44,8%; 2 FASCE: PE = 34,7% ; OP = 65,3%.

Normalmente, le ore in cui l’energia elettrica costa di più (chiamate anche “peak” sulle bollette)  sono le ore centrali della giornata (ore 8.00 – 19.00) dal lunedì al venerdì, mentre per le ore notturne (ore 19.00 – 8.00), il sabato, la domenica il prezzo è più basso (fasce chiamate anche “off peak”). Durante il giorno, infatti, le industrie e le attività economiche sono più attive, per cui i consumi sono al massimo. Al contrario, durante le ore serali e notturne sono chiuse, per cui i consumi sono più bassi.

Tutto ciò si riflette sui prezzi dell’elettricità a kWh. Infatti, produrre energia durante i giorni infrasettimanali – ovvero quando le attività lavorative e diurne aumentano al massimo il consumo energetico – ha un costo maggiore rispetto a produrla di sera o di notte. Il motivo è che in questo caso devono essere messi in funzione impianti più costosi (e un numero maggiore di impianti) che fanno salire il prezzo di vendita dell’energia sul mercato elettrico, ovvero sulla cosiddetta “Borsa elettrica”.

Fino a qualche anno fa, la tariffa bioraria permetteva un significativo risparmio in bolletta a chi concentrava almeno i 2/3 dei consumi di elettricità nelle fasce serali-notturne e nei fine settimana. Oggi, però, non è più così. Rispetto al passato, le differenze di prezzo tra la fascia diurna (F1) e la fascia F23 si sono ridotte molto, in quanto si produce molta più energia di giorno grazie alle fonti rinnovabili. Perciò, a meno che non si consumi più dell’80% in fascia F1, la tariffa bioraria non conviene più.

In altre parole, cercare di concentrare i consumi nelle fasce serali-notturne e durante i fine settimana potrebbe oggi rivelarsi una fatica inutile. Pertanto, venendo meno il risparmio, risulta più logico attivare una tariffa monoraria, che lascia massima libertà nei consumi. Per quanto riguarda la convenienza, invece, può risultare molto più utile bloccare il prezzo dell’energia e mettersi al riparo dagli aumenti, se si pensa che nei 12-24 mesi successivi il prezzo della “materia prima” aumenti.

Puoi trovare maggiori informazioni sull’argomento e, soprattutto, abbattere notevolmente la tua bolletta energetica con la guida pratica alla scelta del fornitore luce e gas sul mercato libero, che puoi trovare qui. Non capisco, infatti, perché in Italia si debba continuare a pagare l’energia più che in tutta l’Europa!

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