Cambiare fornitore del gas rappresenta spesso una soluzione saggia per risparmiare sulla bolletta. Se notiamo un aumento dei costi è possibile che l’offerta e le condizioni iniziali di risparmio siano scadute. Cosa fare in questo caso? Il cambio fornitore gas permette di passare ad un gestore più conveniente. Quando si decide di cambiare fornitore di luce e gas, è inevitabile imbattersi nella terminologia tecnica, che è molto utile conoscere. Ad esempio, in assenza di un contatore, occorre effettuare un “allaccio”, a seguito del quale viene installato un contatore a cui si assegna un Codice PDR identificativo della fornitura gas. Se il contatore è già presente ma non ha mai funzionato, si parla invece di “prima attivazione”.
Il cambio del fornitore del gas: senza costi o interruzione del servizio
Innanzitutto, tra gli aspetti più vantaggiosi del cambio fornitore del gas vi è la totale assenza di penali o di costi aggiuntivi. Differentemente dagli operatori telefonici, quelli energetici offrono la possibilità di passare ad altro fornitore in qualsiasi momento, senza vincoli contrattuali. Si tratta inoltre di una pratica interamente gestita tra il vecchio fornitore e il nuovo, il quale si premura di inoltrare la richiesta di passaggio al suo predecessore.
Infatti, il diritto di recesso per cambio venditore (anche detto “switching”) consente al cliente finale di sciogliere in qualsiasi momento il proprio contratto di fornitura di energia elettrica o di gas naturale, purché nel rispetto del termine di preavviso indicato in contratto, al fine di stipulare un nuovo contratto con un diverso venditore.
La procura a recedere dal precedente contratto con il vecchio venditore (detto “uscente”) deve essere conferita con le stesse modalità di conclusione del contratto con il nuovo venditore e su un supporto durevole (CD-ROM, DVD, schede di memoria o dischi rigidi del computer, messaggi di posta elettronica) idoneo a non essere modificato.
Il cliente, inoltre, non subirà alcun tipo di interruzione del servizio di fornitura del gas. A cambiare è, infatti, solo il soggetto che eroga l’energia in casa, non quello che la produce e la distribuisce a livello locale. Il cambio fornitore inoltre, non implica la sostituzione del contatore del gas.
Scopri quanto consumi
La prima cosa da fare per scoprire se cambiare gestore gas conviene è scoprire qual è il tuo consumo annuo. Si tratta di una informazione facilissima da reperire, dato che si trova in qualunque bolletta del gas alla voce “Consumo annuo”.
Il tuo consumo dipende da diversi fattori:
Il luogo in cui ti trovi, vale a dire il suo clima. Se abiti in una zona costiera del Sud, ad esempio, avrai un consumo di gas molto più ridotto rispetto a chi abita in una zona montuosa del nord.
- Il numero di membri della tua famiglia.
- L’isolamento termico di casa tua.
- Le dimensioni dello spazio da riscaldare.
- L’efficienza della tua caldaia.
- Le tue abitudini e il tuo stile di vita.
Qualche esempio: una famiglia di 4 persone che vive a Milano in una casa di 100 mq consuma circa 1.300 mq di gas all’anno. Invece una famiglia di 2 persone che vive a Palermo in una casa di 50 mq consuma circa 385 mq. Una bella differenza, vero?
Presenta i documenti necessari per il contratto col nuovo gestore
Ecco un elenco dei dati di cui ha bisogno il nuovo fornitore di gas per stipulare il nuovo contratto:
- Nome, cognome e codice fiscale
- Carta d’identità e codice fiscale
- Indirizzo di fornitura
- Codice PDR, ossia il codice che identifica l’allaccio alla rete a metano. Si trova sul contatore o nelle vecchie bollette nella sezione “Dati della fornitura”, alla voce “Punto di consegna”. Puoi anche chiedere al tuo vecchio gestore di fornirti questo dato.
- I tuoi contatti (telefono ed e-mail)
- Copia della bolletta del tuo attuale gestore di gas metano
- Se scegli il pagamento con domiciliazione bancaria, dovrai comunicare anche il tuo IBAN.
Quanto tempo occorre per il passaggio effettivo?
I mesi necessari per effettuare il cambio gestore gas vanno generalmente da uno a due. Il cambio avviene il primo giorno di ogni mese. Quindi se la procedura di switching si verifica entro il 10 del mese il cambio entrerà in vigore dal primo giorno del mese seguente. Mentre nel caso in cui avvenga dopo il 10 decorrerà il mese successivo.
C’è però da specificare che se il nuovo contratto non viene sottoscritto in ufficio o al punto vendita, sarà necessario attendere i 14 giorni per attivare lo switching, in quanto si tratta del tempo previsto per esercitare il diritto di ripensamento (cosa che il cliente può richiedere anche prima di questo).
Come faccio a sapere se l’operazione è andata a buon fine?
Oltre all’eventuale informazione ricevuta via mail, l’utente può sempre verificare lo stato del nuovo contratto online o contattando il servizio clienti del nuovo fornitore.
La maggior parte dei gestori hanno delle app o delle aree clienti sui siti, che permettono di entrare in un’area riservata e verificare tutti i dati relativi al contratto.
Anche il servizio clienti del vecchio fornitore può confermare che l’utenza è passata ad un nuovo gestore. Ovviamente, tutti i dati saranno riportati anche sulla bolletta, che riceverai dal nuovo fornitore.
Se non sono soddisfatto posso cambiare ancora?
Sì. Siccome i contratti sul Mercato Libero dell’energia sono privi di vincoli contrattuali, puoi sempre cambiare il tuo fornitore di luce e gas qualora non ti dovessi trovare bene con il tuo gestore. Inoltre, se hai fatto il contratto fuori dalla sede commerciale del fornitore (online, telefonicamente, casa tua ecc.), hai due settimane per ricorrere al diritto di ripensamento e cancellare il contratto, inviando una raccomandata o una Pec al gestore.