Quando far verificare la pressione di fornitura del gas?

La verifica della pressione di fornitura può essere richiesta se il cliente nota variazioni nella pressione d’erogazione del gas. La domanda va presentata al venditore, che, entro 2 giorni lavorativi, deve trasmetterla al distributore, chiamato a provvedere agli accertamenti secondo quanto previsto dalla normativa tecnica, spiega Arera. Naturalmente, se la verifica della pressione dà un risultato nella norma, I costi della verifica, illustrati di seguito, saranno a nostro carico.

In cosa consiste la verifica della pressione di fornitura?

Le verifiche di pressione della fornitura del gas consistono nella misura istantanea del valore di pressione di fornitura. Laddove l’Impresa di distribuzione ritenga necessario monitorare il dato, verrà installato un apposito apparecchio di registrazione. Nel caso in cui la pressione rilevata al Punto di Riconsegna non ricada nel campo di variazione fissato dalla normativa tecnica vigente, l’Impresa di distribuzione provvederà ad effettuare gli interventi tecnici necessari.

Fermo restando quanto previsto dalle deliberazioni n. 168/04 e s.m.i. e ARG/gas 120/08 e s.m.i. per la verifica della pressione di fornitura su richiesta del cliente finale che sia alimentato in bassa pressione e che sia dotato di contatore fino al calibro G6, all’Utente verrà fatturato il costo dell’intervento qualora il valore della pressione di fornitura risulti conforme al valore dichiarato ai sensi del punto 13.6 della deliberazione 138/04 e s.m.i. e ricada nel campo di variabilità fissato dalla normative tecnica vigente.

Come si presenta la richiesta di verifica della pressione di fornitura?

La richiesta deve essere presentata alla propria società di vendita la quale, una volta ricevuta conferma della richiesta della verifica della pressione da parte del cliente, deve inoltrarla al distributore territorialmente competente entro 2 giorni lavorativi.

L’invio della conferma della richiesta della verifica della pressione da parte del cliente è necessario in quanto il distributore potrà richiedere al cliente il pagamento della prestazione nel caso in cui dall’esito della verifica emergano valori della pressione conformi alla normativa tecnica vigente.

Quanto tempo serve per la verifica della pressione di fornitura?

Il distributore deve effettuare la verifica della pressione di fornitura e comunicarne l’esito al il venditore, entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento della richiesta. Il venditore a sua volta deve inoltrarne l’esito al cliente, entro 2 giorni lavorativi dalla data di ricezione.

Se per cause imputabili al distributore l’esito della verifica della pressione di fornitura viene comunicata oltre il tempo previsto, il cliente domestico (di norma dotato di un contatore fino alla classe G6) deve ricevere un indennizzo automatico di 35 €.

Indennizzo in caso di mancato rispetto dei termini

Se i tempi descritti non vengono rispettati, il richiedente riceverà un indennizzo per il disagio subito pari a:

  • € 35,00 per contatori di portata minore o uguale alla classe G6
  • € 70,00 per contatori di portata maggiore alla classe G6 e minore o uguale alla classe G25
  • € 140,00 per contatori di portata maggiore alla classe G25

Gli indennizzi automatici base sono crescenti in relazione al ritardo nell’esecuzione della prestazione come indicato in seguito:

  • se l’esecuzione della prestazione avviene oltre lo standard, ma entro un tempo doppio dello standard a cui si riferisce la prestazione, è corrisposto l’indennizzo automatico base;
  • se l’esecuzione della prestazione avviene oltre un tempo doppio dello standard cui si riferisce la prestazione, ma entro un tempo triplo, è corrisposto il doppio dell’indennizzo automatico base;
  • se l’esecuzione della prestazione avviene oltre un tempo triplo dello standard cui si riferisce la prestazione è corrisposto il triplo dell’indennizzo automatico base.

Quali possono essere gli esiti e i costi della verifica della pressione?

Il costo della verifica della pressione di fornitura può essere addebitato al cliente solo nel caso in cui dall’esito della verifica emergano valori della pressione conformi alla normativa tecnica vigente; l’importo è pubblicato nel sito internet del distributore territorialmente competente. Il distributore non può addebitare al venditore un importo superiore a euro 30 (trenta) se la precedente verifica della pressione di fornitura relativa allo stesso punto di riconsegna è stata effettuata da più di cinque anni solari.

Nel caso in cui dall’esito della verifica emergano valori della pressione non conformi al campo di variazione fissato dalla normativa tecnica vigente, il distributore non può addebitare alcun onere al cliente ed è tenuto a ripristinare i valori corretti della pressione (in 1 giorno solare se interviene su stabilizzatori o riduttori di pressione).

La rete di gas in bassa pressione

La Rete nazionale di gasdotti, che si sviluppa sul territorio italiano per circa 8.900 km, è essenzialmente costituita da tubature di grande diametro, all’interno delle quali il gas viene trasferito dai punti di ricezione ai punti di interconnessione con la Rete di trasporto regionale e con gli impianti di stoccaggio. Della rete fanno parte 11 centrali di compressione dedicate al servizio di spinta in linea, oltre agli impianti di regolazione, riduzione e miscelazione del gas, cui si aggiungono una serie di infrastrutture minori.

La Rete di Trasporto Regionale, costituita da oltre 22.800 km di condotte, consente la distribuzione di gas in ambiti territoriali delimitati, generalmente su scala regionale, per la fornitura ai consumatori industriali e termoelettrici, oltre che alle reti di distribuzione urbana che portano il gas direttamente nelle nostre case. In Italia i Comuni metanizzati sono più di 6.200, su un totale di 8.101

Di norma la maggior parte dei clienti sono collegati alla rete con reti in bassa pressione. Esistono per particolari tipologie di utenza (forniture industriali – zone dove la rete in B.P. non risulta posata) forniture in media pressione. In questo caso la regolazione della pressione richiesta dal cliente viene effettuata con l’installazione di riduttori o cabine di utenza.

La rete in bassa pressione è costituita da una ragnatela di condotte di vari materiali (acciaio – ghisa – polietilene – PVC) che interessano la maggior parte delle vie cittadine. Dalle reti si dipartono gli allacci di utenza che hanno il compito di addurre il gas alle utenze private (clienti finali).

Le reti in bassa pressione, proprio per l’esiguità della pressione di esercizio (22 – 25 mbar) posso essere causa, nell’eventualità di dispersioni, di incidenti per l’accumulo di gas in ambienti chiusi o non areati e la presenza di inneschi non controllati.