Il 1° luglio 2020, con l’abolizione del servizio di maggior tutela per i clienti domestici e le piccole aziende, circa 20 milioni di italiani si troveranno a dover gestire una transizione epocale: passare al mercato libero, con tutte le incognite ad esso associate, o rimanere nel regime di salvaguardia, che viene assegnato d’ufficio a chi non opta per il mercato libero ma “resta a guardare”? Capire le differenze, anche per quanto riguarda le tariffe, fra servizio di salvaguardia e servizio a maggior tutela è il primo passo per compiere una scelta oculata o, quanto meno, per rinviare ogni mossa che potrebbe rivelarsi arrischiata.
Con il decreto Bersani, dal 1° luglio 2007 il mercato dell’energia si è separato in due parti: il distributore e il fornitore energetico. L’utente finale può scegliere solo il fornitore, mentre in ogni regione vi è un solo distributore che si occupa, fra le altre cose, della lettura dei contatori. Quando viene scelto un fornitore si entra nel cosiddetto “mercato libero”. In pratica, a partire dal 1° luglio 2007 tutti i clienti del servizio energia elettrica hanno la facoltà di scegliere il proprio fornitore sul mercato libero.
Nel caso in cui il cliente non eserciti questa facoltà sono tuttavia previste norme e strumenti di tutela per garantire la regolare continuità dell’erogazione del servizio e l’applicazione di prezzi ragionevoli. In sostanza, chi non sceglie un fornitore resta nelle condizioni di maggior tutela o (a partire da luglio 2020, quando il servizio di maggior tutela verrà sostituito dal servizio di salvaguardia anche per i “piccoli” utenti) di salvaguardia stabilite dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, oggi ARERA.
Infatti, per quanto riguarda gli utenti domestici e le aziende con meno di 50 dipendenti, con la consegna dell’energia in bassa tensione (230 V-400 V) e con un fatturato annuale o un totale di bilancio inferiore ai 10 milioni di euro, si parlava in precedenza di regime di maggior tutela, mentre per le aziende che non rientravano in una delle tre casistiche appena citate, si parlava di regime di salvaguardia. Spesso usufruivano del servizio di salvaguardia clienti rifiutati perché “cattivi pagatori”.
Il Servizio di Salvaguardia, dunque, già in passato veniva attivato nel caso in cui una media o grossa azienda si trovasse senza un fornitore di energia elettrica sul Mercato Libero e risultasse soddisfare una delle condizioni in precedenza illustrate. Nel caso rientrasse in tali condizioni, la fornitura veniva gestita dall’esercente la salvaguardia, ovvero da un fornitore selezionato con le migliori condizioni economiche, tramite apposita asta, dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG).
In pratica, fino al 30/6/20 sono soggette al regime di salvaguardia tutte le imprese e gli enti pubblici che non abbiano ancora esercitato il diritto di scegliere il proprio fornitore sul mercato libero dell’energia e siano intestatarie di almeno un sito in MT (media tensione) o AT (alta tensione) sul territorio nazionale. Inoltre, sono soggette al regime di salvaguardia anche le imprese titolari di soli siti in BT (bassa tensione) con oltre 50 dipendenti e con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro
A partire dal 1° luglio 2020, il servizio a maggior tutela è abolito, per cui anche gli utenti domestici e le aziende con meno di 50 dipendenti, con la consegna dell’energia in bassa tensione (230 V-400 V) e con un fatturato annuale o un totale di bilancio inferiore ai 10 milioni di euro, se dal servizio a maggior tutela non scelgono di passare al mercato libero finiscono “d’ufficio” nel servizio di salvaguardia, ovvero avranno come nuovo fornitore il vincitore di un’asta pubblica indetta dall’Acquirente Unico.
Il “sovrapprezzo” nella componente energia legato al servizio di salvaguardia (legato al parametro Ω) varia da regione a regione. (nostra elaborazione su dati ARERA)
L’Acquirente Unico, infatti, è per legge la società garante della fornitura di energia elettrica per i clienti del “mercato di salvaguardia” e del “mercato di maggior tutela”. È una società per azioni del gruppo Gestore dei servizi energetici (GSE S.p.A.). Il compito di Acquirente Unico è quello di acquistare energia elettrica alle condizioni più favorevoli sul mercato e di cederla alle imprese di vendita al dettaglio per rifornire gli utenti domestici e le piccole imprese che non acquistano sul mercato libero.
Quindi, i clienti domestici e le piccole aziende che rientrano nelle condizioni illustrate in precedenza riceveranno una comunicazione in cui viene confermata l’attivazione del servizio di salvaguardia e saranno indicate le relative condizioni applicate. Ciò può provocare parecchia confusione nelle persone poco informate, perché chi in regime di maggior tutela riceveva la bolletta da un dato fornitore (ad es. Enel), in regime di salvaguardia può riceverla da una società diversa (ad es. Hera).
Anche i prezzi di vendita dell’energia per i clienti domestici e le piccole aziende sono diversi nel mercato a maggior tutela che viene abolito e nel nuovo mercato di salvaguardia che lo sostituisce. I prezzi di vendita del “mercato tutelato” erano infatti stabiliti ogni 3 mesi dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il sistema idrico (AEEGSI), che dal 28/12/17, tanto per creare un po’ di confusione aggiuntiva, ha cambiato nome in “Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente” (ARERA).
Nel servizio di maggior tutela, la tariffa per l’utente finale varia secondo le fluttuazioni di prezzo stabilite di volta in volta dalla Autorità in questione. Il servizio di maggior tutela si contrappone alle tariffe del mercato libero, che non sono agganciate a quelle previste dall’Autorità e pertanto i fornitori del libero mercato frequentemente offrono piani tariffari che prevedono prezzi più alti o più bassi rispetti a quelli dell’Autorità, oppure il prezzo bloccato per un periodo di tempo determinato.
Tuttavia, secondo i dati diffusi nel 2015 dalla stessa Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) – nel settore delle utenze domestiche il mercato libero è risultato essere molto più caro: costava già all’epoca cioè, in media, il 15-20% in più di quello a maggior tutela, ovvero “protetto”. La situazione non potrà che peggiorare quando l’abolizione del mercato a maggior tutela farà sì che molti consumatori non abbiano alternativa ed i fornitori alzino quindi le proprie tariffe quasi di concerto.
Nel regime di salvaguardia, invece, il fornitore unico che fornirà il servizio di salvaguardia in una determinata regione viene scelto tramite un’asta effettuata ogni 2 anni. Dato che fra i clienti del servizio di salvaguardia vi sono anche clienti con difficoltà finanziarie o “cattivi pagatori”, il maggior rischio corso dai fornitori ha un costo. Esso viene remunerato con un sovrapprezzo a MWh, il cosiddetto “parametro Ω”, posto come base nelle gare d’asta indette dall’Acquirente Unico.
In pratica, il parametro Ω è una maggiorazione applicata dal fornitore del servizio di salvaguardia al prezzo dell’energia all’ingrosso, il cosiddetto PUN. Il Prezzo Unico Nazionale (conosciuto, appunto, con l’acronimo PUN) è il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla Borsa elettrica italiana (IPEX, Italian Power Exchange). Il valore del PUN è pubblicato dal Gestore dei Mercati Energetici, che fornisce in particolare un PUN medio annuo, un PUN medio mensile e un PUN medio giornaliero.
Dunque, per la componente energia in bolletta, nel regime di salvaguardia pagheremo un prezzo P = PUN + Ω. Inoltre, il parametro Ω è in generale differente da una regione all’altra proprio per tener conto del diverso livello del rischio suddetto, e rimane fisso fino alla nuova asta. Il suo valore attuale varia da un minimo di 16,00 €/MWh in Lombardia a un massimo di 84,79 €/MWh in Calabria. Qui di seguito potete trovare una tabella con il valore del parametro Ω per tutte le regioni.
Il valore del parametro Ω, relativo al periodo 2017-2018, per le varie regioni italiane.
In conclusione, l’abolizione del mercato a maggior tutela completa la liberalizzazione del mercato dell’energia iniziata con il Decreto Bersani, e che per gli utenti domestici e le piccole imprese ha significato, secondo il citato rapporto dell’Autorità, un aumento delle bollette, ovvero l’opposto dell’obiettivo che ci si proponeva di raggiungere. Rimanere nel regime di salvaguardia sarà, in molte regioni del Nord, il modo migliore per evitare le incognite del mercato libero, ma nelle altre sarà un salasso.
Puoi trovare maggiori informazioni sull’argomento e, soprattutto, abbattere notevolmente la tua bolletta energetica con la guida pratica alla scelta del fornitore luce e gas sul mercato libero, che puoi trovare qui. Non capisco, infatti, perché in Italia si debba continuare a pagare l’energia più che in tutta l’Europa!